Mai come quest’anno ci sarebbe bisogno del Carnevale, quella festa in cui tutti si permettono di diventare un po’ sciocchi, con sfilate, processioni e parate in maschera, la necessità di dimenticare i problemi e le difficoltà e vestire i panni di qualcun altro dimenticando se stessi.
E’ il periodo in cui si esaltano la fantasia, gli scherzi, gli sberleffi, dando spazio ai sensi più peccaminosi, prima di dare spazio alla Quaresima.
La parola Carnevale infatti significa “eliminare la carne” e anticamente indicava il banchetto che si teneva l’ultimo giorno dei festeggiamenti, cioè il martedi grasso, prima del periodo di digiuno della Quaresima.
Anche gli artisti hanno interpretato le maschere di carnevale; moltissime stampe antiche raffigurano, le vicende di Arlecchino, Pulcinella, Colombina e tutti gli altri personaggi.
La maschera è legata da sempre anche al teatro, serve a donare un’altra identità a chi la indossa e questo è proprio il motivo per cui sono bellissime e interessanti da conoscere
Molti pittori si sono dedicati a opere ispirate al Carnevale, ve ne elenco solo alcune fra le più famose:
Una delle più antiche è l’opera del pittore fiammingo Pieter Bruegel “Lotta tra Carnevale e Quaresima”, questa tela risale al 1559.
Il Carnevale, simbolo di bagordi ed esagerazioni, è impersonato da un uomo grasso che mangia golosamente a cavallo di un barile, spinto da uomini mascherati mentre la sua rivale, la Quaresima, è raffigurata come una donna smunta e pallida seduta su una sedia, trainata da due donne e da alcuni fedeli in preghiera.
Martedi grasso è un’opera di Paul Cézanne del 1888, il quale ritrae il figlio con un amico, vestiti da Pierrot e Arlecchino. I due personaggi sono in contrapposizione che viene rivelata dai colori usati dall’artista impressionista.
Quest’opera di Renoir ritrae un bambino, in verità suo figlio, vestito da Pierrot, maschera della Commedia dell’Arte
il celebre pittore , ritrae il figlio Paulo, con una delicata precisione nei dettagli che esprimono tenerezza. Il pittore aveva già utilizzato maschere carnevalesche anche nelle tele “Pierrot” del 1918 e “Arlecchino allo specchio” nel 1923. Quel che non si spiega è perchè l’opera sembra incompiuta.
Il Carnevale di Arlecchino di Miro, è un’opera che si perde in visioni fantastiche e immaginarie, surreali e surrealiste , utilizzando sogni e incubi. E’ la sua visione dove gli unici elementi reali che si possono riconoscere sono il gatto, il tavolo e la scala.
Gli altri sono tutti elementi simbolici, oggetti fluttuanti.
La scala a pioli, spesso presente nelle opere di Mirò, indica la fuga dal mondo e rappresenta un passaggio dalla realtà alla fantasia.
Dipinto del 1963, l’artista surrealista dipinge scenari fiabeschi e atmosfere onirichee le rappresenta con la forza dei colori.
Tipico della sua arte, il volo acrobatico tra sogno e realtà.
Dipinto del 2001, del pittore britannico Nigel Van Wieck, conosciuto per le sue opere nell’arte figurativa che trasmettono quel senso di solitudine e inquietudine. Le figure dei ballerini e delle persone in maschera, hanno colori brillanti ma non trasmettono vitalità. Si trovano in una reale sala da ballo, ma qualcosa di metafisico comunica a chi guarda l’opera, un senso di estraneità.
Ho citato solo alcuni degli artisti più famosi che hanno dedicato la loro pittura al periodo di Carnevale, spero che l’articolo vi sia piaciuto.
Fonti: Wikipedia – Pinterest – Biografieonline.it