fiore solitario

LA SOLITUDINE

Dove sono gli uomini?…

Riprese dopo un po’ il Piccolo Principe

“si è soli nel deserto”

disse il serpente….

(Antoine de Saint-Euxpéry – il Piccolo Principe)

IL PITTORE CHE INTERPRETAVA LA SOLITUDINE

Cos’è la solitudine?

E’ mia abitudine vagare per i siti web alla ricerca di immagini, storie e curiosità sull’arte e non solo, che mi portino a riflettere.

Sono approdata su una pagina dedicata all’artista Edward Hopper (1882/1967).

Questo artista è stato definito il pittore della solitudine americana, il poeta del sentimento solitario.

Ho cercato qualcuno dei i suoi quadri. In effetti la sua pittura trasmette una sensazione di solitudine, di malinconia che si percepisce nella banalità e nella noiosa consuetudine. Si dice che nei suoi quadri tutto sembra fermo e inanimato e abbia un senso di silenzio.

I COLORI IN CONTRASTO CON IL SENSO DI SOLITUDINE

Automat (tavola calda) Edward Hopper
Sole di mattina Edward Hopper

E’ evidente che la solitudine nella società del suo tempo sia stata il suo soggetto preferito.

Spesso troviamo donne pensierose che guardano dalla finestra, oppure immerse nella lettura di un libro o in attesa di qualcosa. Quando dipingeva più di un personaggio, erano sempre vicini ma lontani con la mente e con lo sguardo rivolto in direzioni diverse.

Per quanto siano sensazioni che sembrano negative, i colori dei suoi quadri sono brillanti e accesi, le ombre e i riflessi ben definiti in contrasto a quanto rappresentano gli scenari.

L’INTERPRETAZIONE DELLA SOLITUDINE DI OGGI

Se Hopper avesse vissuto i nostri giorni, certamente avrebbe potuto rappresentare questa solitudine costituita da vicinanza e nello stesso tempo da distanza fra le persone, dipingendo i personaggi intenti nella consultazione perenne del proprio cellulare.

LA SOLITUDINE DEI NOSTRI GIORNI

La mia riflessione torna quindi al significato di solitudine.

La solitudine è la sensazione di non poter avere alcuna possibilità di ricevere aiuto, supporto e affetto, magari, proprio nel momento in cui se ne ha più bisogno.

Normalmente, ogni individuo ha la necessità di ricevere affetto da una persona rassicurante, questo bisogno, è innato in ognuno di noi.

Fin dalla nascita di fronte a un disagio, paura, ansia o un dolore fisico abbiamo bisogno della vicinanza di qualcuno che ci rassicuri.

Tuttavia, l’impressione è che a volte siamo noi stessi a cercare la solitudine.

Non parlo della solitudine come situazione passeggera più o meno lunga e non parlo di quella solitudine che non sempre è negativa, anzi, quieta l’anima ed è utile per ritrovare se stessi passando del tempo da solo con i propri pensieri.

LA GRANDE DIFFERENZA TRA LO STARE DA SOLI E SENTIRSI SOLI

In effetti, c’è una grande distinzione tra lo stare soli e il sentirsi soli.

Stare un po’ da soli è spesso una necessità e viene ricercata volontariamente.

LA SOLITUDINE INCONSAPEVOLE

Quello che mi fa riflettere è quando questa solitudine è causata dalla nostra disattenzione, noncuranza, mancanza di empatia.

La tecnologia, i social nello specifico, ci hanno reso tutti più connessi fra di noi, ma allo stesso tempo molto distanti.

Molte persone passano sempre di più il loro tempo davanti ad un piccolo schermo, i ragazzi con i videogiochi, i bambini con la televisione.

Magari si esce con gli amici, si partecipa ai pranzi di famiglia ma non ci si rende conto di non essere mai presenti completamente.

Basta che una notifica faccia vibrare il cellulare e subito si prendono le distanze dal mondo circostante.

E’ tutto a volte così assurdo, trascuri la persona che hai di fronte per rispondere subito ad un post sui social che magari, oltretutto ti può provocare un certo fastidio.

In più, ci si prende il diritto di riversare rabbia e frustrazione in un commento senza minimamente pensare che comunque dall’altra parte c’è una persona vera, che potrebbe avere delle conseguenze dopo averlo letto.

TUTTO CON UN SOLO CLICK

Insomma, non ti pare tutto un pò assurdo? In un gesto si riesce a trascurare le persone che hai accanto e a ferirne un’altra, anche se virtuale ma che esiste per davvero.

Comunicare on line ha sostituito la conversazione telefonica che avevamo in passato. Telefonare a volte poteva essere un po’ invadente, richiedeva del tempo a disposizione, poteva essere sconveniente per il timore di disturbare.

Così, sono arrivati i messaggi testo. Comunicare è diventato veloce, non hai dubbi sul disturbare o meno perché il messaggio viene letto dal destinatario quando più gli conviene e tutto ciò ha totalmente cambiato le interazioni fra gli esseri umani.

E noi esseri umani abbiamo preferito sostituire così la comunicazione fra di noi. Infatti, perchè mai devo affaticarmi per incontrare una persona? Basta una video-chiamata, anzi, magari meglio un messaggio vocale, così posso dire tutto ciò che voglio e soprattutto, senza essere interrotto.

Insomma, la nostra vita, i nostri sentimenti sembrano dipendere tutti da un click o da un like, il che rende tutto così lontano dal nostro cuore.

Come ogni cosa al mondo, ci vorrebbe in giusto equilibrio.

Le relazioni umane non dovrebbero essere sostituite da quelle virtuali.

NIENTE PUO’ SOSTITUIRE UN VERO ABBRACCIO

Purtroppo la pandemia ci ha costretti a utilizzare maggiormente la tecnologia per i rapporti umani.

Ma è davvero di assoluta importanza imparare a utilizzare questi mezzi con grande consapevolezza.

Niente può sostituire una relazione “dal vivo” e il calore di un vero abbraccio.

E’ scientificamente provato.

Forse non ce ne rendiamo conto, ma siamo moltissimi costantemente distratti, utilizziamo internet e ci distraiamo ancora di più, magari a volte per affogare pensieri tristi….basta far scorrere le pagine di FB, Instagram, Tik Tok all’infinito, oppure vedersi qualche video divertente di gattini.

Dopo qualche risata tutto passa, anche se poi, ci chiediamo perchè non riusciamo a dormire….e restiamo lì nella solitudine che ci siamo un po’ creati da noi stessi.

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