DALLA TEMPERA ALLA PITTURA A OLIO, PASSANDO DALL’AFFRESCO

Come dicevo negli articoli precedenti, nel Medioevo la pittura utilizzata era quella della tempera, o almeno fino alla fine del Medioevo, era la più utilizzata dagli artisti.

Pare che la tempera fosse già comune nell’antica Grecia soprattutto con la tecnica dell’encausto, cioè, mescolando i pigmenti colorati con la cera fusa.

Gli Etruschi, usavano i colori a tempera per decorare le loro tombe, lo stesso facevano anche i Romani Tale tecnica era impiegata anche nelle necropoli egiziane in cui sono state ritrovate tavole dipinte con la tecnica dell’encausto a tempera.

COME PUO’ UNA TECNICA ESSERE COSI’ ANTICA E NEL CONTEMPO ATTUALISSIMA?

Un esempio di tale utilizzo sono i Ritratti del Fayyum

I famosissimi ritratti del Fayyum sono circa 600 ritratti funebri, di grande impatto artistico, fortemente realistici, straordinariamente attuali, realizzati per lo più su tavole lignee, che ricoprivano i volti di alcune mummie egizie d’età romana (fonte: www.romanoimpero.com)

Questa pittura ha ispirato tutto il Rinascimento, da qui tutti hanno imparato tutto, gli sguardi pensosi, la purezza degli sguardi, l’intensità espressiva, ma pure la mestizia e la rassegnazione. 

LA LUNGA STRADA DELLA TEMPERA

Nell’era bizantina cominciò a trovare applicazione la tempera all’uovo, raggiungendo il culmine dell’uso nel Rinascimento, quando i pittori cominciarono ad aggiungere ai colori oli o essenze. Molti dipinti arrivati fino ai giorni nostri, classificati come pitture ad olio, in verità ospitano entrambe le tecniche: tempera e olio.

IL PITTORE CHE SI INGEGNA

Immaginate in quei tempi lontani, era ovviamente impossibile, andare al colorificio per acquistare tutti i colori per dipingere, perciò, erano i pittori stessi a preparare le palette nelle botteghe, dove ottenevano le tempere con intrugli di diverse sostanze leganti, quali: tuorlo e albume, cera, colla, gomma, lattice di fico, olio, resina, anche se il più utilizzato era il rosso dell’uovo.

I pigmenti erano a volte abbastanza economici, mentre alcuni invece erano decisamente costosi e rari perché provenivano da Paesi lontani, come ad esempio il famoso BLU LAPISLAZZULI importato dall’odierno Afghanistan.

i moderni colori nei tubetti

LA TEMPERA OGGI

Oggi, le peculiarità dei colori a tempera, hanno fra i loro punti di forza, la rapidità di asciugatura e, essendo a base di acqua le tempere sono più semplici da applicare e diluire, in più, non meno importante, per il lavaggio dei pennelli è sufficiente sciacquarli con acqua corrente.

Una tecnica così antica che oggi abbiamo la fortuna di trovare in commercio nei tradizionali tubetti di colori. Facili da utilizzare, sono perfetti per chi intende partire da zero e sono adatti anche per la pittura dei bambini. Partendo dal bianco, dal nero e dai colori primari, è possibile ricostruire qualsiasi tinta desiderata. Man mano che si accresce l’esperienza, si può passare ai colori che servono singolarmente. I pennelli appropriati sono sia morbidi che di setola. Poi non serve altro che dei vasetti di acqua, un piattino (o una tavolozza) e uno straccio. Chi vuole, può anche rifornirsi di accessori più ricercati, come l’asciuga-pennelli (piccoli secchielli con una molla nella quale infilare il pennello a testa in giù). Fondamentalmente i supporti per dipingere a tempera devono avere una superficie porosa, carta, cartoncino o tavole di legno, ma è possibile sperimentare altre superfici e vedere i risultati.

E poi, ci sono le grandissime opere eseguite con l’affresco….di questo parlerò prossimamente.

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